Abbiamo avuto l’occasione di incontrare Livia Pomodoro, nota giurista che tra i tanti incarichi è stata anche Presidente del Tribunale di Milano, con una lunga carriera dedicata alla giustizia e alla cultura (ha presieduto anche l’Accademia di Brera).
È l’anima del Teatro No’hma, luogo inclusivo e accessibile a tutti, dove l’arte diventa strumento di dialogo e crescita sociale.
La sua vocazione?
Ho iniziato come giudice e ho dedicato gran parte della mia vita alla giustizia. Ho sempre avuto una grande passione per l’arte e ho cercato di coniugare queste due passioni nel mio percorso professionale.
Cosa la spinge?
La cultura è il motore della mia vita. Mi ha sempre dato la forza di andare avanti, anche nei momenti più difficili.
Perché è nato il Teatro No’hma?
Per il desiderio di mia sorella Teresa, fondatrice del teatro, di creare uno spazio culturale aperto a tutti, dove l’arte potesse essere veicolo di inclusione sociale.
Quali sono le sfide maggiori della sua carriera?
Bilanciare il rigore della legge con la sensibilità necessaria per comprendere le storie umane dietro ogni caso. Gestire un teatro richiede molte capacità organizzative, oltre che umane e di comprensione.






Le manca il Tribunale?
No. Ho vissuto esperienze bellissime, intense, anche pericolose. Il mio unico rimpianto è il quotidiano incontro con i miei ex colleghi, tanti bravissimi, ma soprattutto attenti alle realtà umane non sempre da altri considerate.
Che rapporto ha il teatro con Milano?
Milano è una città difficile. Noi non siamo in competizione perché il nostro teatro è unico al mondo: non si paga il biglietto, non riceviamo contributi statali e viviamo grazie a chi crede in noi e al pubblico in crescita. È un teatro dove si incontrano artisti di tutto il mondo, senza distinzione alcuna e assolutamente libero e indipendente.

C’è uno spettacolo che ha messo in scena e che porta particolarmente nel cuore?
Sì, uno spettacolo di Taiwan. È stato così significativo che abbiamo creato un nuovo premio per le nuove identità di territori lontani, donato dal maestro Gaetano Grillo. Questa esperienza mi ha ricordato quanto sia importante scoprire e valorizzarare nuove realtà.