Rodrigo D’Erasmo

Brasiliano di nascita, italiano d’adozione, romano di formazione e milanese dal punto di vista artistico e creativo; violinista e polistrumentista, Rodrigo D’erasmo oggi è il nostro ospite.

Che ruolo ha avuto Milano nella tua vita?
Milano è stata fondamentale per la mia carriera creativa e artistica. Dopo aver ricevuto la chiamata dagli Afterhours nel 2008, mi sono trasferito immediatamente. Ho trovato a Milano gli stimoli che a Roma mancavano.

Cosa rappresenta oggi per te Milano?
Oggi Milano è diversa, ricca di ispirazione culturale, ma dal punto di vista dei rapporti personali la trovo disumanizzata. Avevo bisogno di sfuggire alla “FOMO” e riappropriarmi di relazioni più autentiche.

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Un disco o una canzone perfetta per la tua Milano?
“Milano circonvallazione esterna” degli Afterhours è il brano perfetto.

Come è cambiato il tuo rapporto con la musica nel corso degli anni?
Il mio rapporto con la musica è in continua evoluzione. Negli ultimi anni mi sono appassionato ad altre forme d’arte soprattutto grazie al mio lavoro con le colonne sonore. Trovo meno stimoli nella musica italiana attuale, e mi interessa di più la relazione tra musica e altre discipline.

Quale progetto musicale ti ha dato più soddisfazione?
Sicuramente il lavoro con gli Afterhours. Tra i progetti più recenti, quello con Nicolas Ballario, Lives, in cui uniamo musica e arte contemporanea, e poi le colonne sonore, come quella presentata a Venezia su Gian Maria Volonté.

Come vedi l’evoluzione della musica classica nel panorama contemporaneo?
Vedo una frattura tra pubblico e musica classica come materia evolutiva. C’è poca vitalità e mancano iniziative che possano invertire questa tendenza, anche se alcuni pionieri, come Enrico Gabrielli e Sebastiano De Gennaro, cercano di fare la differenza.

Hai esplorato generi musicali diversi?
Sì, ho esplorato diversi generi, dalla musica irlandese alla pizzica, dal jazz al rock. Oggi, con il lavoro sulle colonne sonore, mi trovo a esplorare continuamente nuovi generi.

Cosa non farai mai nella tua vita artistica?
Non credo che farò mai l’attore. Anche se ho fatto delle piccole apparizioni, non penso sia una cosa che mi interessi.

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