Andreas Zampella

Abbiamo incontrato Andreas Zampella, artista nato a Salerno nel 1989, che vive e lavora a Milano. La sua arte esplora la relazione tra realtà e rappresentazione, utilizzando pittura, scultura e installazione.

Com’è iniziato il tuo percorso? Ci sono dei momenti chiave?
Ho iniziato a dipingere da bambino e non ho mai smesso. Poi ho studiato al liceo artistico e all’Accademia di Belle Arti di Napoli.

E cosa disegnavi da bambino?
Uomini con teste di cavallo, vulcani e figure insolite.

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Dove sei nato e cresciuto?
Sono nato a Salerno, cresciuto a Cava de’ Tirreni e ho studiato a Napoli. Ho vissuto dieci anni lì.

Quando ti sei trasferito a Milano?
Nel 2018. Quasi sette anni ormai.

Milano com’è secondo te?
Bellissima. Mi piace molto.

Come è stato il tuo esordio a Milano? Te lo ricordi?
Avevo 26-27 anni. Mi sembrava enorme, ora è più familiare.

Parlaci un po’ della tua arte. Adesso a che punto sei arrivato?
Dipingo e scolpisco. Uso materiali organici, soprattutto argilla. Ora i miei quadri si trasformano in sculture, rappresento nature morte e l’assenza dell’uomo.

Siamo nel tuo studio a Bovisa. Qui è pieno di occhi, piedi e limoni. Perché?

Gli oggetti diventano simboli. Il limone è un legame tra Sud e Nord, cambia senso a seconda del materiale. Ora li sto realizzando in gesso.

Qual è stata l’opera più pazza che hai fatto?
Una scultura partecipativa: un blocco d’argilla ripreso live e proiettato su un palazzo. Le persone potevano modellarlo guardando la proiezione.

È facile fare l’artista?
Dovrebbe esserlo. Ma la libertà ha un prezzo, soprattutto a Milano.

Se non facessi l’artista?
Non lo so. Non posso non farlo.

Milano in un’immagine?
Una strada piena di vestiti.

Perché dipingi prese di corrente con fiamme?
Ogni oggetto può diventare simbolo. La presa attiva un processo, l’energia può essere trasformata.

Hai mai preso la corrente?
No, ma un amico sì. Non è migliorato!

Se ora fossi in studio da solo, su cosa lavoreresti?
Tutto parte dal telaio. Lo costruisco io, è l’inizio di tutto. Anche il divano è fondamentale: mi aiuta ad annoiarmi al momento giusto.

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