Paola Navone

Durante la Design Week siamo stati in giro per il distretto Tortona e abbiamo incontrato @paola.navone, designer, architetto e progettista, che ha risposto alle nostre domande.

Chi è Paola Navone? 
Ma che domande mi fai? (Ride)

Qual è uno degli oggetti più strani che ti sei mai portata a casa dai tuoi viaggi in giro per il mondo?
Porto a casa di tutto, non riesco a essere selettiva. L’ultimo è un pompelmo da Bangkok, prima uno sgabello dall’India.

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Non ti affezioni alle cose? Cambi giorno per giorno? 
Mi affeziono, ma ne ho così tante cose che non si nota se ne manca una. Una volta abbiamo svuotato una stanza con mille oggetti, ma sembrava uguale. Sono appiccicata a tutto come una mosca nella marmellata.

Qual è il tuo colore preferito? 
Blu.

Perché?
 Perché sono un po’ pesce. È il colore dell’acqua, del cielo, della leggerezza. Mi piacciono anche i colori della terra, ma non mi rappresentano. l’argento ad esempio mi rappresenta di più: è freddo, attaccato alla luna. L’oro no, è troppo caldo.

Milano, che città è per te? 
Ci sono finita per caso e ancora oggi sono qui per caso. Ho vissuto anche fuori, ma ora sto più a Milano per via dello studio. Non è la mia città ma è il mio riferimento in Italia.

Questa Design Week com’è? 
Un gran casino, ma è uno dei pochi momenti in cui la città si sveglia.

Cosa ti aspetti per il futuro? Sei ottimista? 
Non sono ottimista, ma penso che dopo il fondo si risalga. Viviamo in un mondo connesso, non è più tollerabile che ci sia chi muore di fame. È il problema più grande.

Il tuo prossimo viaggio?
 Parigi. Sto andando in aeroporto, mi becchi sulla porta.

Cosa sarebbe la tua vita senza il viaggio? 
Sarebbe la morte. Saremmo già tutti morti.

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